Marghera Un terreno fertile dalle buone pratiche alle politiche

Se per alcuni Marghera è un semplice quartiere, per altri ha invece un’identità urbana a sé stante: un’autonomia che deriva strettamente dal suo passato industriale e dalle emergenze sociali che ha storicamente accolto. Dalla ricerca di quei luoghi strategici per la rigenerazione urbana che Renzo Piano definisce “perle” è iniziato il percorso di “rammendo” di una città tanto attiva quanto complessa e stratificata. È proprio nella consolidata attività associazionistica di Marghera, attenta alla riattivazione di aree ed edifici dismessi, che il gruppo ha riconosciuto il punto di partenza del proprio lavoro, impegnandosi nel supportare questo insieme di buone pratiche con l’obiettivo di arrivare a stimolare politiche di tutela e gestione partecipata dei beni comuni.
Per promuovere la gestione condivisa del patrimonio inutilizzato di Marghera, ha proposto al Comune di Venezia l’adozione del “Regolamento dei beni comuni”, uno strumento indispensabile per garantire un dialogo e una costante progettualità tra amministrazione e cittadinanza. Per questo il G124 ha attivato una collaborazione con Labsus, laboratorio per la sussidiarietà, con lo scopo di instaurare un circolo virtuoso, stimolare l’opinione pubblica e coinvolgere l’insieme della cittadinanza responsabile nella riqualificazione del proprio territorio.

Un anno di lavoro a Marghera
Il racconto attraverso le immagini

La bellezza naturale del nostro Paese non è merito nostro. Ciò che può essere merito nostro è migliorare le periferie, che sono la parte fragile della città e che possono diventare belle

Renzo Piano

La mappa dei progetti
nella città di Marghera

I progetti

La squadra Il gruppo di lavoro di Marghera – Venezia

DIARIO DELLE PERIFERIE/ 2 – MARGHERA

2018

A cura di Carlo Piano e Andrea Mariotto

Dopo il lavoro del 2015 sul multietnico quartiere Giambellino, una delle storiche periferie milanesi, il progetto di Renzo Piano ha puntato nel 2016 su Marghera con un obiettivo ambizioso.

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